martedì 1 giugno 2010

l'ultimo spettacolo: MATRIX (A. e L. Wachowski, 1999)


Uscito quasi in sordina nella primavera del 1999 e cresciuto sino a guadagnare un successo mondiale assieme ai due “capitoli” successivi che completano la trilogia, il film dei fratelli Wachowski ha dato vita a una sorta di culto generalista e di trend. Se da un lato è diventato un punto di riferimento estetico, dall’altro è sicuramente stato inteso come un film-soglia, in cui le svariate suggestioni disseminate (a volte anche abbastanza grossolanamente) nel testo, hanno dato vita a una percezione diffusa incentrata sull’idea di un’opera che è ormai in qualche modo canonica, per il modo in cui la narrazione si costruisce, per i temi affrontati, per il riferimento a una serie di problemi filosofico-politici di interesse collettivo.

Molto di quanto viene detto nel film, in realtà, è già stato detto o comunque non è nuovo. Nonostante ciò, la pellicola ha avuto un’influenza diretta sulla cultura popolare. E il successo, l’importanza del film (e dei suoi seguiti) derivano in gran parte anche dal suo impianto intertestuale, dalla serie di rimandi e di competenze richieste allo spettatore per coglierne il messaggio. Che probabilmente è meno radicale e profondo di quanto l’apparenza non suggerisca.

Perché parlare di Matrix, allora? Perché considerare proprio Matrix come caso significativo di una serie di tendenze riscontrabili nel cinema contemporaneo? In primo luogo, perché Matrix, al di là dell’aspetto estetico, è senza dubbio un film rilevante nella storia del cinema recente, che ci dice sicuramente qualcosa sull’andamento e sul funzionamento del cinema rispetto al sistema dei media. La ritualità, il simbolismo, la narratività del mito, l’identità di una cultura e la sua capacità di distinguersi da altre, il carattere trascendente del suo oggetto, sono le caratteristiche principali del culto. Il culto è un’attività, un servizio che mobilita il fedele, soprattutto nella sua dimensione affettiva, nella sua identità e nelle sue passioni, ma che ha inoltre una dimensione sociale, un livello pubblico. Uno spettatore attivo, mobilitato, che ricerca il testo e non lo subisce semplicemente: questo è il primo elemento del culto mediatico.

Guglielmo Pescatore in Guglielmo Pescatore (a cura di), Matrix. Uno studio di caso, Hybris, Bologna, 2006.


seminario
INTORNO A MATRIX
dopo la proiezione del film interverranno:
Prof. Guglielmo Pescatore (Università di Bologna)
prof. Alessandro Amaducci (Università di Torino)
dott. Riccardo Fassone (Università di Torino)
seguirà rinfresco

Giovedì 3 Giugno 2010, Lab. Quazza - seminterrato Palazzo Nuovo, ore 15.00

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