giovedì 14 gennaio 2010

l'ultimo spettacolo: THE DEER HUNTER (M. Cimino, 1978)


«Il mio film pone la domanda: come si può continuare a condurre una vita normale dopo una tale esperienza? Mostra l’alternativa: o il suicidio o il ritorno a una vita normale con una dose di speranza. È una domanda che non ci si è ancora veramente posti negli stati Uniti e, benché lo si ignori, si pone adesso.»

«I produttori temevano assolutamente tutto di questo film […]. Non c’è scena che non li abbia messi in atroce imbarazzo. Li ho combattuti aspramente, utilizzando ogni sotterfugio. Tagliavo quello che volevano e di notte ce lo rimettevo: è stata una vera guerra, ancor più violenta di quella del Vietnam!»

Michael Cimino (Positif, aprile 1978)

Un colpo solo per vedere tutto quello in cui credi crollare. Michael Cimino è un regista nostalgico, perso in una «tradizione splendidamente inattuale». Il suo cacciatore, il leader del gruppo Michael Vronsky è l’eroe della frontiera, il solitario che cerca la sublimazione nella wilderness e nell’amicizia, tormentato da un passato che “lo blocca” e un presente che lo “devasta”. Il Vietnam è il luogo dell’anima che distrugge l’identità, sovverte il sistema di valori, uno stupro psicologico che porta all’autodistruzione, al tamburo di una pistola da cow-boy.

Un colpo solo per capire che una volta perso il controllo, diventa quasi impossibile tornare alla normalità. Il cervo scappa. Nick muore. Steven come se. Il capo ha fallito laddove era davvero importante. Il mito della frontiera collassa nel labirinto psicopatico della jungla.

Un colpo solo perché con tre si vince. L’imprevedibile, il colpo di teatro, il contropiede. Le regole fermano. Le regole distruggono. Il barlume di speranza negli occhi dell’eroinomane col panno rosso in testa è vuoto come tutto il tamburo della sua pistola dopo aver premuto il grilletto. Pesante come piombo per chi ha visto troppo, per chi sa non potercela fare, per chi si abbandona all’alienazione dopo aver visto l’abisso e toccatone il fondo.

Un colpo solo: «Bisogna mettere in un film tutto quello che si ha». Uscire devastati, diventare un tutt’uno con la prigionia, con quell’anima dilaniata, con quegli occhi spenti e al tempo stesso bruciati da un fuoco che va oltre il napalm, oltre Saigon, oltre gli stereotipi della tradizione.

«Questa storia del colpo solo a me pare una stronzata» dice Nick. L’eroe ha fallito. Non ci sono tramonti verso i quali cavalcare o ulteriori riti di passaggio. La natura ha vinto. Non resta che abbandonarsi alla speranza, cercare di ricostruire un piccolo simulacro di normalità. Farsi una birra. Cantare God Bless America, cercare di riempire il vuoto più grande. Non si torna dal cuore di tenebra.

Hamilton Santià

IL CACCIATORE
(The Deer Hunter, Michael Cimino, 1978)
venerdì 15 gennaio 2010, Cinema Massimo 3, ore 20.45
presentazione a cura di Gianni Volpi e Daniele Gaglianone

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